Il 15 maggio si celebra la Giornata internazionale dell'obiezione di coscienza al servizio militare, istituita dal movimento degli obiettori alla guerra per promuovere un’azione nonviolenta contro le cause stesse della guerra ed anche per sostenere e mettere in contatto le persone che, nel mondo, rifiutano di prendere parte alla guerra o di prepararsi alla guerra.
Dal 1980 gli attivisti per la pace di tutto il mondo si riuniscono per celebrare coloro che, a livello universale, resistono e continuano a resistere alla guerra, rifiutandosi di far parte delle strutture militari.
In questo giorno, quindi, il pensiero e la piena solidarietà non può che andare ai giovani russi e ucraini che, rischiando pesantissime condanne a cause delle leggi speciali, rifiutano comunque l’uso delle armi e offrono il loro personale contributo per ricercare vie di pace e fermare la guerra in atto. Per valorizzare ulteriormente l’impegno di quanti obiettano e svolgono il servizio civile come pratica concreta di costruzione della pace, la CNESC ha sollecitato il Dipartimento ad estendere anche ai progetti del bando 2020 le possibili rimodulazioni delle attività, prevedendo anche impieghi nei paesi europei confinanti l’Ucraina, con particolare attenzione ai bisogni dei profughi, vittime della guerra, e a processi di riconciliazione.
Come ci ha insegnato Hannah Arendt: “Si può sempre dire un sì o un no”. La prima virtù della coscienza è sapere che solo se tu fai la cosa buona e giusta puoi avere speranza che anche altri facciano lo stesso.
In Italia il lungo cammino dell’obiezione di coscienza è iniziato con Piero Pinna, a partire dalla sua scelta nonviolenta del 1948, dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, che ha dato il via alla lotta per il riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza culminato con la legge 772 del 1972 che istitutiva il Servizio Civile. Così, il prossimo 15 dicembre si celebreranno i 50 anni di Servizio Civile in Italia e la CNESC coordinerà una serie di appuntamenti ed eventi sul territorio per ribadire e rilanciare il SCU come difesa civile non armata e nonviolenta.
Le varie iniziative hanno lo scopo di valorizzare la storia del servizio civile, tramite la valorizzazione degli archivi e testimonianze degli obiettori; consolidare il presente dell’Istituto con la messa in rete e il rafforzamento dei valori e delle pratiche che lo animano; lanciarlo verso il futuro con la consapevolezza e gli strumenti nonviolenti per affrontare insieme alle giovani generazioni le sfide dei conflitti armati e della crisi climatica. Il culmine di questo percorso che va dal 15 maggio al 15 dicembre saranno il Festival del Servizio Civile il 9 e 10 settembre a Roma (Giardino Verano) che è stato inserito anche tra gli eventi dell’Anno Europeo dei Giovani 2022 e un convegno internazionale il 14 e 15 dicembre a Roma organizzato in collaborazione con il Movimento Nonviolento.