16 giugno 2015: il Presidente della Cnesc, Licio Palazzini, ha partecipato all'audizione della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica in merito al testo di riforma del Terzo Settore e, nello specifico, per la disciplina del Servizio Civile Universale. Di seguito il testo dell'intervento.
Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio Civile Universale
Nel ringraziare il Presidente della Commissione Affari Costituzionali per l'invito a partecipare a questa audizione come Presidente della Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile interverrò quasi esclusivamente sull'Art. 8 del testo licenziato dalla Camera dei Deputati, riconoscendosi la Cnesc sulle posizioni del FTS per gli altri articoli.
La Cnesc è consapevole che l'attuale legge e attuazione del Servizio Civile Nazionale da tempo richiedevano una riforma e già dal 2010 abbiamo messo a disposizione anche dei parlamentari un testo di riforma della legge 64/2001 ove sono minuziosamente indicate le proposte sui vari nodi aperti..
Il Disegno di legge delega del Governo ha introdotto con l'aggettivo Universale una rilevantissima innovazione di prospettiva mantenendo il carattere volontario dell'accesso da parte dei giovani ma aprendo la strada al superamento di un limite che i ripetuti tagli alle dotazioni finanziarie annuali dal 2008 hanno reso a nostro avviso insopportabile: l'esclusione dal SCN di larghe fasce giovanili con profili sociali, culturali ed economici che avrebbero dovuto farne i prioritari partecipanti, anche se poi viene rimandato ad altro testo il nodo della dotazione economica necessaria
La Camera dei Deputati, nel mantenere questo impianto, ha già positivamente operato sul testo base del Governo sia in direzione di precisare aspetti rilevanti (contratto fra giovani e Stato, enti accreditati di natura pubblica e senza scopo di lucro) sia di respingere emendamenti (messa in capo agli enti del pagamento dell'assegno mensile dei giovani, in aggiunta al già consistente concorso finanziario e in risorse umane chiesto agli enti accreditati e contingenti numerici regionali), così come è stato affrontato il tema dei controlli.
A nostro avviso quindi segnaliamo alla Commissione Affari Costituzionali del Senato i nodi più rilevanti e non affrontati compiutamente alla Camera.
1. Accanto al passaggio alla natura Universale, l'obiettivo principale di una riforma è un testo che dia identità prioritaria e governance efficace all'istituto del Servizio Civile Universale, che ricordiamo dovrebbe interessare dal 2017 100.000 giovani perché è su questo che si sono manifestati i limiti maggiori.
La base costituzionale, oltre che culturale, dell'impostazione CNESC, recepita nelle Linee Guida del Governo Renzi e poi nella formulazione originaria del Disegno di legge delega, risiede nella pluralità e complementarietà dei modi di realizzare la Difesa del Paese, fra componente armata e civile, non armata, a cui ricondurre i molteplici risultati aggiuntivi generati da un buon servizio civile. Si vedano le sentenze 164/1985 e 228/2004 della Corte Costituzionale e la legge 64/2001 istitutiva dell'attuale SCN che ha recepito alla lettera a) dell'art. 1 proprio questo impianto.
Per raggiungere questo obiettivo la modalità più semplice è il ritorno alla formulazione originaria della lettera a) del comma 1 dell'Art. 8 che recitava:
- istituzione del servizio civile universale finalizzato alla difesa non armata, ai sensi degli articoli 52, primo comma, e 11 della Costituzione, attraverso modalità rivolte a promuovere attività di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale della nazione e sviluppo della cultura dell'innovazione e della legalità nonché a realizzare un'effettiva cittadinanza europea e a favorire la pace tra i popoli;
Qualora non fosse possibile la soluzione più diretta, andrebbe in primo luogo precisato che restano pienamente operativi i settori di impiego previsti dall'attuale Art. 1 della legge 64, alle lettere b), c), d) e) e nel comma successivo andrebbe comunque modificata l'attuale formulazione stabilendo come finalità dell'istituto la difesa civile non armata ai sensi degli art. 52, primo comma e 11 della Costituzione, attraverso attività rivolte a promuovere obiettivi di solidarietà, di coesione sociale e di inclusione.
2. Coerente con questo obiettivo è la specificazione del ruolo del Dipartimento del Servizio Civile Universale quale organo di coordinamento e attuazione delle disposizioni del piano triennale.
3. Durata del periodo di servizio civile: essa è rimandata alla programmazione triennale nella indicazione specifica, stabilendo comunque il limite massimo in dodici mesi. In questo quadro resterebbe preclusa per il servizio all'estero una eventuale durata superiore a dodici mesi. L'esperienza invece spesso la richiede.
4. Se si ritenesse utile precisare la relazione fra Servizio Civile Universale e autonome azioni di servizi civici promosse da Regioni e PA, si ricorda la precisa posizione espressa dalla citata sentenza 228 del 2004 della Corte, in merito alle diverse finalità e alla assenza di finanziamenti statali.
5. Auspichiamo infine che i lavori facciano emergere spazi di apertura per l'accesso anche di specifiche figure giuridiche di cittadini stranieri al SCU.
Licio Palazzini, presidente nazionale CNESC
16 Giugno 2015