Assistenti civici, i volontari trattati come ausiliari del traffico
di Stefano Arduini
Il ministro Boccia e il presidente dell'Anci Decaro ritirino una proposta che è un obbrobrio. Facciano subito marcia indietro e si battano per rendere davvero universale il diritto dei nostri ragazzi a svolgere il servizio civile, così come previsto dalla riforma del Terzo settore. Lo facciano per la loro credibilità, per i nostri ragazzi e per il nostro Paese
“In settimana dalla Protezione civile lanceremo il bando per il reclutamento di 60mila assistenti civici. Il bando è rivolto a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali; saranno individuati su base volontaria, coordinati come sempre nell’emergenza dalla Protezione civile, che indica alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale, e impiegati dai sindaci per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione”. Lo annunciano in una nota congiunta il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari.
Confondere, o meglio mischiare non precisate attività sociali con la funzione poliziesca di controllo del rispetto del distanziamento sociale, è di per sè un obbrobrio. Farlo nel momento in cui lo stesso Governo destina nel decreto Rilancio al fondo del servizio civile appena 20 milioni di euro aggiuntivi al fondo nazionale per l’avvio complessivo di appena 45mila (nell’ipotesi, tutta da verificare, che fa la presidenza del Consiglio) giovani volontari di fronte a una richiesta fra oscilla fra gli 80mila e i 120mila posti suona come una mortificazione del servizio civile.
Pochi giorni fa, l’8 maggio in occasione della Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al presidente della Croce Rossa italiana, Francesco Rocca. Ha scritto il Quirinale: “Il coraggio di portare aiuto è divenuto potente azione di pace. (…) la gratuità del dono di sé, del proprio tempo, delle proprie competenze è un motore di solidarietà che arricchisce la vita dell’intera comunità. L’Italia sta affrontando con energia e responsabilità l’attuale, difficile prova. Il virus ha spezzato tante vite e impresso nella nostra memoria immagini che non dimenticheremo. Ma la coesione di cui siamo stati capaci, la capacità dei medici e degli operatori sanitari, la dedizione di chi ha svolto servizi essenziali ci ha consentito di superare i passaggi più critici e di progettare ora una ripartenza. L’insegnamento che continua a offrirci il volontariato è una fonte irrinunciabile di umanità che ci aiuterà ad aprire una nuova stagione di sviluppo civile, economico, sociale”.
L’iniziativa di Decaro e Boccia, per come è stata annunciata va esattamente nella direzione opposta: i volontari ridotti ad ausiliari del traffico.
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