SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE, ACCORDO FRA CNESC E CSVNET
Le due reti, cui fanno riferimento almeno il 75% delle posizioni di SCN proposte da enti accreditati di terzo settore, grazie ad un protocollo di collaborazione, lavoreranno insieme per potenziare i valori e il ruolo dell’istituto rafforzato dalla recente riforma che ha istituito il Servizio Civile Universale su base volontaria.
Previste attività di formazione e informazione in tutta Italia; per il futuro chiedono fondi stabili e una programmazione triennale che faccia proprio il radicamento sociale e l’innovazione che molte organizzazioni di terzo settore hanno dimostrato di possedere.
Solidarietà, nonviolenza, educazione alla pace e alla cittadinanza attiva sono i valori portanti del servizio civile universale. Solidarietà, nonviolenza, educazione alla pace e alla cittadinanza attiva sono i valori portanti del servizio civile universale. In un momento storico in cui si riscontra la tendenza a considerarlo solo come un periodo utile per entrare nel mondo del lavoro, oppure si propone di far tornare l’esperienza obbligatoria, vanno sviluppate, anche da parte del terzo settore, tutte le attività di formazione e informazione tese a contrastare questa idea ed a realizzare le finalità per cui è nato questo istituto e che sono state ribadite con la recente riforma.
È in sintesi l’obiettivo di fondo del protocollo siglato fra CSVnet, l’associazione che riunisce 64 su 65 centri di servizio per il volontariato attivi in Italia, e Cnesc, la Conferenza nazionale degli enti di servizio civile, di cui fanno parte 26 fra le maggiori realtà non profit, laiche e religiose, accreditate per la proposizione e attuazione dei relativi progetti per l’impiego di giovani tra 18 e 28 anni di età, ove oggi sono in servizio più di 20.000 giovani.
Si tratta di una novità importante per tutto il sistema servizio civile dal momento che le due organizzazioni, tramite gli enti e i Csv che rappresentano, mettono a disposizione il 60% dei posti disponibili ogni anno, percentuale che sale ad oltre il 75% considerando solo le realtà di terzo settore, per un totale di oltre 8 mila sedi di attuazione, presenti in più di 2300 comuni italiani.
L’accordo - firmato dai presidenti di CSVnet e Cnesc, - Stefano Tabò e Licio Palazzini - giunge in una fase complessa per il servizio civile universale: l’istituto sta infatti attraversando la transizione tra il vecchio ordinamento e quanto previsto dalla riforma che introduce diversi cambiamenti, a partire dalle procedure di accreditamento.
In una riorganizzazione degli enti titolari di accreditamento che porti a qualità comune quello che oggi è di alcuni, specifica attenzione va rivolta all’obiettivo di coinvolgere le associazioni più piccole. Ed è proprio a loro che si riferisce uno degli impegni espressi nell’intesa: quello di favorire l’accreditamento delle organizzazioni di terzo settore rendendole protagoniste anche nel SCU nella gestione e promozione dei progetti.
L’intesa inoltre favorirà la collaborazione, oltre che a livello nazionale, anche fra Csv e referenti locali della Cnesc per far conoscere ai giovani le opportunità legate al servizio civile universale, anche con iniziative specifiche da realizzare nei territori. Previsti inoltre momenti di formazione per gli operatori impegnati nei progetti e la stesura di rapporti sulle attività svolte per informare istituzioni e opinione pubblica sui risultati raggiunti.
Tra le prime attività previste anche un evento dedicato al tema delle competenze che i giovani acquisiscono con le esperienze di servizio civile che, affermano i promotori, “consolidando la crescita dei giovani soprattutto dal punto di vista relazionale sensibilizzandoli ai valori della nonviolenza, solidarietà e cittadinanza attiva, li preparano anche ad un ingresso consapevole nel mondo del lavoro”.
In questo modo il servizio civile universale, pur non essendo un’attività di volontariato secondo quanto previsto dal codice del terzo settore, può diventare “uno strumento di diffusione della cultura del volontariato e della sua pratica”.
Le due reti, infine, intendono fare pressione nei confronti delle istituzioni per favorire una programmazione nazionale del servizio civile che sia triennale e partecipata e una stabilizzazione dei fondi attraverso una programmazione delle risorse che consenta di giungere in tre anni a 100 mila posti da mettere a disposizione per i giovani, “realizzando nei fatti l’universalità dell’istituto”. In stretta connessione con quest’azione i partner si impegnano a realizzare anche un monitoraggio sull’implementazione normativa del servizio civile universale e sulla sua concreta applicazione.
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