"L'intervento di Enzo Manes (consigliere pro bono del Presidente del Consiglio per il terzo settore) pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa su come si possa rilanciare il servizio civile per i giovani è largamente condivisibile su molti punti anche se su altri volentieri forniamo informazioni aggiuntive".
Così si esprime Licio Palazzini, presidente della Cnesc che prosegue "Manes coglie perfettamente nel segno quando afferma "Al servizio civile andrebbe piuttosto dedicato un progetto-Paese che ne definisca in modo pubblico e trasparente lo scopo e le priorità". Come Cnesc lo sosteniamo almeno dal 2010 e nel testo proposto dal Governo se ne vedono le tracce".
"Condivisibili sono anche le idee sulle funzioni dell'Istituto per il servizio civile, al pari delle Agenzie negli USA, in Francia e in Germania".
"Così come ha ragione quando evidenzia "Il servizio civile andrebbe concepito e organizzato come un potente antidoto al disinteresse per il bene comune" che per la Cnesc è una condizione determinante per vivere in modo non violento tutti i conflitti contribuendo in tal modo alla difesa civile della Patria.
Dove pesa la carenza di informazione è invece nelle parti relative all'interesse dei giovani "lo testimonia il calo dei partecipanti: tra il 2006 e il 2013 sono diminuiti da 57 mila a 16 mila".
E' calato l'investimento statale, precipitato da 296 milioni nel 2007 a 70 milioni nel 2012 e limitato nei fatti al solo assegno mensile per i giovani, non certo il loro interesse. Basti pensare che nel periodo indicato ci sono state in media 6 domane per ogni posto.
Così come, non sappiamo se per carenza di informazione o per diversità di vedute, riteniamo che i passaggi nel testo di Manes sull'integrazione di risorse da parte degli enti ospitanti vadano chiariti.
Il punto di partenza è che lo Stato si fa carico dell'assegno dei giovani e di un rimborso simbolico agli Enti pari a 90 euro per giovane e solo se questi attuano in modo completo la formazione generale. Da sempre tutte le altre voci di organizzazione e gestione sono a carico delle organizzazioni (personale, strutture, progettazione, selezione, formazione, monitoraggio e per gli enti maggiori anche un rapporto annuale). Gli Enti che si sono fatti fare i conti in tasca hanno scoperto che investono su ogni giovane quasi quanto lo Stato.
Detto questo per onor del vero e per sottolineare il peso diverso che questo investimento ha su un soggetto pubblico (quasi il 50% degli enti accreditati) rispetto ad uno di Terzo Settore, la CNESC ha sempre dato la disponibilità a partecipare al progetto-Paese del Servizio Civile Universale, con la chiarezza, anche giuridica, che il rapporto dei giovani è con lo Stato così come il loro assegno mensile.
Un servizio civile per progetto Paese che emerge in modo chiaro e condivisibile dall'intervento di Enzo Manes.
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